Orlando è stato traviato dal diavolo. Un angelo gli viene in soccorso al fine di salvare la sua anima dalla dannazione… ma per giungere alla sua anima, deve passare dal suo corpo.

Orlando si sentiva strano. Da quando il demone gli aveva fatto visita, i suoi giorni trascorrevano agitati, le sue notti quasi del tutto insonni, i suoi istinti sempre più inappagati. Non aveva pace. Una notte dopo l’altra aveva scopato con decine di persone, a volte anche tutte assieme. Da un paio di giorni, le notti non bastavano più, ed aveva iniziato ad approcciare le più svariate persone: vicini di casa, colleghi di lavoro, sconosciuti incontrati per caso in metro… Non era difficile. Aveva un corpo magnifico, glabro, atletico, e dimostrava molto meno dei suoi 35 anni. Una folta chioma biondo-castana e riccioluta incorniciava un bel visino che faceva venire in mente cose indicibili in qualsiasi osservatore. Ma anche oggi non si sentiva del tutto soddisfatto. Aveva avuto una sveltina con un collega, attendeva la notte per andare a procacciare qualche bocconcino al solito locale, ma non sapeva se sarebbe riuscito a resistere. No. Non ce l’avrebbe fatta. Sentiva il buchetto pulsare, chiamare a gran voce un cazzo che potesse appagarlo. Un bel cazzone duro di qualche bel maschione…
E invece si era addormentato. Non avrebbe saputo dire come mai, non era possibile, non gli capitava di addormentarsi così presto da… beh, da prima della visita del demone. Era crollato ancora vestito sul letto. Non sapeva dire esattamente che ore fossero, ma sapeva che era tarda notte. Subito dopo, sentì qualcosa farsi strada nella sua bocca. Qualcosa di caldo… non proprio duro, ma caldo, e con un sapore familiare…
-Mmmmh-
-Stai buono, Orlando. Sarà molto più facile se starai buono e accetterai il tuo percorso di redenzione. Ora datti da fare, voglio sentire la tua lingua sul mio cazzo… –
Era difficile. Non aveva la solita voglia di darsi da fare sul cazzo. Non sentiva la ormai quotidiana necessità di prenderlo. Fece per indietreggiare con la testa.
-No, ti ho detto di fare il bravo – e subito dopo sentì una mano sulla testa che gli impediva di allontanarsi – Dovresti essere in grado di farlo, no? Ti ho osservato negli scorsi giorni, ne hai presi a decine. Ora sforzati e lecca, voglio sentire che ci stai mettendo dell’impegno nel succhiare-
Orlando si fece forza. Non gli piaceva particolarmente quel cazzo. Aprì gli occhi. Le luci accese illuminavano una figura muscolosa che lo sovrastava. Quasi del tutto nudo, fatta eccezione per una tonaca bianca che lasciava scoperta parte del petto e delle gambe, quello che aveva davanti era indiscutibilmente un angelo. Due paia di ali bianche gli cadevano morbide sulla schiena. Non ne fu particolarmente sorpreso: dopo essere stato sodomizzato dal demone, non si stupiva più di niente.
Iniziò ad applicarsi nel pompino. Continuava a non piacergli, e l’angelo doveva averglielo letto negli occhi, perché disse:
-La notte che passerai ti servirà per liberarti dal giogo del demone. Il mio cazzo, vedrai, man mano che la notte passerà inizierà a piacerti. La notte sarà… dolorosa-
E così dicendo, l’angelo introdusse una mano sotto la magliettina di Orlando. Trovò subito un capezzolo, che strinse forte. Un mugolio soffocato dal cazzo che aveva in bocca si levò nella stanza. Alzando gli occhi, Orlando vide che l’angelo sorrideva, vagamente sadico. Possibile?

Con entrambe le mani sulla testa, l’angelo iniziò a scopargli forte la bocca. Non andava troppo in profondità, ma si muoveva velocemente. Orlando sentiva il cazzo duro strusciargli sulla lingua, mentre si faceva strada in lui.
Ad un tratto, sentì la testa di nuovo libera. Si allontanò subito. Ma l’angelo sembrava averlo previsto. Gli afferrò i capelli. Si sporse verso di lui, e di scatto gli infilò la lingua in bocca. Intanto, iniziò a sfilargli senza troppe carinerie la maglietta. Subito dopo, fece lo stesso con i pantaloni. Vide che Orlando non indossava alcuna biancheria intima.
-Mmmh inizio a capire perché ha scelto proprio te. Guarda che bel culetto che hai… sarà piacevole farti tornare sulla retta via-
Fu in quel momento che si accorse del piercing che sporgeva sulla punta del pene di Orlando. Si bloccò un attimo, poi allungò una mano e lo strinse, producendo un altro mugolio di dolore.
-Mi divertirò anche con questo- disse piano. Orlando rabbrividì. Non sapeva come era arrivato a farsi il piercing, sapeva solo che aveva sentito il bisogno assoluto di averlo… alla mente gli tornò come l’aveva pagato: con una bella scopata con il tatuatore e il suo collega.
L’angelo lo prese di forza e lo voltò. Era sul letto, con il culetto totalmente esposto. Una mano sulla schiena lo fece ulteriormente inarcare.
Sentì la lingua dell’angelo sul buchetto. Era calda, morbida… e due mani lo stavano allargando, dando modo alla lingua di farsi strada dentro di lui.
-No- mugolò piano -no, non devo… non posso…-
-Si che puoi. E se non riesci a resistere… ti legherò e ti prenderò con la forza. Ma sei una troietta fatta e finita, e qualcosa mi dice che ben presto la smetterai di lamentarti-
E così dicendo, intensificò ulteriormente il lavoro con la lingua sul suo culetto. Non era facile resistere. Iniziò a mugolare forte. Si stava bagnando… un sottile filo di precum iniziò a scorrere sul suo cazzo. L’angelo se ne accorse: lo prese su due dita e gliele diede da leccare.
Dopo qualche minuto, sentì l’angelo staccarsi e posizionarsi dietro di lui. Non perse tempo: sentì la punta del suo cazzo appoggiarsi sul suo buchetto. Era enorme. Sentì le sue mani grandi posarsi sulle sue spalle… e intanto il cazzo farsi strada dentro di lui. Era così grosso che gli faceva male. Lo sentiva entrare e uscire, prima lentamente, poi sempre più veloce. Come gli aveva detto all’inizio, la nottata si stava rivelando anche dolorosa… perché l’angelo continuava a giocare con i suoi capezzoli, stringendoli, stropicciandoli, e a volte tirandoli. I suoi mugolii riempirono presto la stanza.
L’angelo iniziò a fotterlo forte, e in modo (di nuovo: era possibile?) piuttosto sadico. Lo sentiva uscire quasi del tutto, molto lentamente, per poi rimetterlo tutto dentro di scatto. Andò avanti in questo modo per troppo tempo, sembrava non finire mai…
E invece, finì. Perché l’angelo uscì da lui, e si allontanò.

-Ormai è passato abbastanza tempo, dovresti iniziare a sentire sciogliersi il legame col demone. Voltati.-
Lo fece. Era al bordo del letto, esposto del tutto, e con le gambe aperte che pendevano dal letto. Vide l’angelo allungare una mano e sentì subito un dito farsi strada nel suo culetto. Subito dopo l’angelo si inginocchiò a terra. Sentì un secondo dito entrargli dentro e muoversi. Con l’altra mano, l’angelo si impadronì del suo cazzo. Passò un dito dentro al suo piercing, ed iniziò a giocarci, a tratti tirandolo. Gli faceva male. Come se gli avesse letto nel pensiero, l’angelo iniziò a passare la sua lingua sul cazzo. Iniziò a pompare al ritmo con cui le sue dita lo penetravano. Era un misto tra piacere e dolore a cui lui non era abituato, ma che iniziava a piacergli.
L’angelo si alzò con le sue gambe sulle spalle. Non ebbe alcuna difficoltà nel rimettergli il cazzo dentro. Entrò facilmente e iniziò a scoparlo forte. Si sporse, sempre con le gambe sulle sue spalle, fino ad essere con il suo viso sopra quello di Orlando. Mise una mano sulla sua mandibola. Orlando era annullato. Non poteva fare niente se non subire. Era così forte…
-Apri la bocca e accetta il mio primo dono-
Orlando lo fece: aprì la bocca e tirò fuori la lingua. Sentì la saliva dell’angelo colargli in bocca. Era buona, ne era goloso, ne voleva ancora… Seguendo la saliva, gli arrivò alle labbra e lo baciò. L’angelo iniziò a scoparlo forte mentre lo baciava. Sentiva le sue mani stringerlo così forte da fargli male sui fianchi. Mugolava senza sosta, senza ritegno, aveva perso tutti i suoi freni inibitori.
Dopo un tempo che non avrebbe saputo quantificare, sentì che non poteva trattenersi.
-Sto… sto per venire…- era quasi una supplica. L’angelo non si fermò. Iniziò a venire mentre l’angelo continuava a scoparlo, mentre quest’ultimo gli afferrava il cazzo e lo stringeva. Aveva imbrattato sia la mano dell’angelo, sia il suo stesso addome. Sentì la mano sporca di sborra che gli premeva sulla bocca: non poté fare altro che leccarla. Quando fu pulita, l’angelo si rimise all’opera.

Stavolta, lo fece scendere delicatamente dal letto, fino a fargli avere le spalle a terra e il culetto in aria, in posizione battipalo. Si introdusse nuovamente dentro di lui. Orlando lo sentiva… un cazzo caldissimo, enorme, che ora stava prendendo totalmente dentro di sé, senza possibilità di potersi sottrarre in alcun modo.
-Stai per ricevere il mio secondo dono- gli disse. – Preparati. Non sarà facile riceverlo. –
Poco dopo, Orlando capì cosa l’angelo intendesse dire. Sentì che, con uno sforzo inumano, l’angelo iniziò a riempirlo di sborra calda. Troppo calda. Troppo, troppo calda, era bollente, e si faceva strada nelle sue viscere, scaldandolo dall’interno… e sentì il giogo del demone svanire totalmente. Era libero.
-Puliscilo per bene- gli ordinò l’angelo, mentre lui, inginocchiato a terra, eseguiva contento il suo compito.
Fine.
